venerdì 17 giugno 2016

Sempre io, me medesimo!!

"Il vento sta cambiando e il sole splende, c'è chi lotta e chi si arrende, c'è chi dice cose nuove, c'è chi è morto e non lo sa"

Così grida il ritornello di "Fuori controllo" dei Negrita che ascolto mentre fuori dal finestrino scorre il paesaggio verde della periferia di Lancaster. Ho lasciato Lake District verso le 13 accompagnato da un amico in macchina e ora da Lancaster ho preso un bus che mi porterà a Londra. La mia destinazione oggi è Cambridge, sperando di beccare la stretta coincidenza a Londra. Vado a trovare un caro amico prima di tornare a Londra ospitato da un altro caro amico in attesa del volo per l'Italia lunedì 20. Ispirato dalla solita amica onda del cambiamento, delle emozioni accumulate mi metto a riversare nero su bianco questo momento, nonostante il mio computer sia del tutto scarico e debba scrivere questo testo dal cellulare. Come sempre gli ultimi giorni, l'ultimo periodo vola e diventa un onda che si carica, monta e si fa tsunami che cerco di surfare per sfruttare la sua potenza e farmi portare lontano. Cinque mesi fa partivo pieno di entusiasmo, carico dall'esperienza Africana e pronto ad affrontare l'ignoto nel quale mi tuffavo. Bene questo ignoto è stato come sempre uno specchio, un riflesso delle mie paure e limiti, e in  parte, in certi momenti mi ha rotto in pezzi. Ma quale migliore occasione di ricostruirsi in meglio è quella di rompersi? Dopo Bristol ho giocato la carta di Lake District, e si è rivelata una carta vincente. Non solo per la meraviglia che quel posto è, ma anche per l'aver trovato un lavoro e quindi la possibilità di mettersi in gioco, di  rompersi e ricostruirsi. Iniziare ogni volta un nuovo lavoro, nuove regole, nuovi colleghi e sempre la vecchia compagna insicurezza, inadeguatezza che punge. Il tutto sopra un terreno instabile, ferite ancora dolenti e il solito potente esistenzialismo che pone domande scottanti. Ma questi in realtà sono solo gli ingredienti di una pozione magica, e noi siamo il pentolone dentro al quale bolle tutto quello che viviamo. Quando infatti si dice: "Cosa bolle in pentola?" È a questo che ci si riferisce..cosa ti bolle dentro.. cosa ti si muove nel profondo..? In questi due mesi qui ho fatto due lavori, qualcosa che mai avrei immaginato di arrivare a fare. Il primo lavoro era quello all'Hotel in qualità principalmente di barman e già qui spesso facevo turni di 10 ore. Il secondo lavoro era sempre come barman in un tapas bar spagnolo, come part time nei giorni off che avevo dall'Hotel. Risultato, spesso non avevo nemmeno un giorno libero e vedevo un "riposo" nei giorni di lavoro al bar. C'è da dire però che intanto al bar lavoravo dalle 18 all'una e quindi avevo tutto il pomeriggio per rilassarmi (o spesso allenarmi), e poi che 7 ore e mezza al bar mi davano una carica enorme invece che stancarmi. Si perché se all'Hotel la mia natura veniva un pò mortificata e messa in riga, al bar mi sentivo libero di essere me stesso, di dare il meglio di me soprattutto nelle relazioni con la gente. Nonostante tutto infatti resto di base sempre lo stesso estroso, distratto, ispirato, pensieroso bambino con il cuore di un artista senz'arte. Certo tante esperienze, lavori e situazioni mi hanno insegnato la produttività, il rigore, l'ordine. Ma questo non è certo ciò in cui eccello, non mi viene naturale e non lascia fluire la mia energia, e mi costa e sottrae forza e ossigeno dietro quella maschera che mi si fa indossare. Un ribelle resta comunque sempre un ribelle, e un ribelle è un sognatore che non smette mai di immaginare le cose in maniera differente, unica, personale. La canzone dei Negrita continua "Appeso ad un filo di lana, col cuore che chiama, comincio da me", mamma che energia sto pezzo..rock and roll, una pietra rotolante..
Tornando all'Hotel, tutto sommato alla fine questo mio essere spumeggiante, vitale ed empatico, ha riscosso un certo successo tra gli ospiti dell'hotel più critici, che in più di un occasione mi hanno menzionato su TripAdvisor tra le poche cose positive di un hotel potenzialmente favoloso ma decadente e tutto da sistemare. Soddisfazione mia alle stelle ovviamente e mezza pernacchia a tutti i rimproveri del mio manager per le mie piccole distrazioni e imperfezioni. Alla fine però, nonostante gli scontri - si perché per fortuna o purtroppo non sono uno che si morde la lingua - tutti sperano che torni presto ad animare la situazione. Ma torniamo al presente. Partire questa volta è stato facile, nonostante alcuni legami forti che si sono creati. Con David infatti è nata una forte fratellanza. Lui poi e una persona meravigliosa, un amico vero e al quale potrei dare in mano ciò a me di più caro. Parto cosciente di quello che ho attraversato i questi lunghi cinque mesi e di come mi sono conquistato l'esperienza a Lake District, dove ora ho due lavori sicuri quando dovessi tornare. Quando sono partito da Treviso sapevo esattamente che volevo una conclusione come questa, la visione c'era, ciò che mancava del tutto era il come ci sarei arrivato, attraverso quali sfide, inferni e prove. Ecco appunto, parlando di prove sono appunto in vista della prossima che è anche il motivo per cui sto lasciando Lake District. Curiosi?? Ebbene dopo mesi in cui a Bristol cercavo soluzioni per uscire da quella stasi, e dopo centinaia di cv inviati trovavo un accordo per un lavoro come manager di un piccolo bar all'interno di un campeggio in Corsica per i mesi di Luglio e Agosto. La nuova sfida di gestire un bar, la sfida della lingua e di imparare il Francese nonché il luogo e la bellezza dell'isola, mi ripagano della fatica fatta per trovarlo e rendono il periodo qui a Lake District quasi un "allenamento" per quello che sta per iniziare. Passerò a casa dieci giorni tra famiglia e amici e già il 30 partirò in macchina verso Livorno per il traghetto. Torno effervescente, carico come una molla e curioso di vedere cosa mi riserva questa nuova avventura, che di sicuro mi stupirà e prenderà alla sprovvista, mi spezzerà com'è giusto che sia d'altronde per essere una vera avventura e per far crescere e migliorare.
Vedo riflessi del vecchio Ale che emergono dalla nebbia del tempo e si fondono col nuovo Ale, sempre in movimento, sempre di corsa alla ricerca del centro, sempre punto e a capo e ricominciando dalle basi e spalancano la porta alle domande più scomode. Sempre "Seeking",  esperto di auto-speleologia interiore, intento a raschiare via la terra da reperti archeologici interiori testimoni di verità stabili e centrali, essenziali. Un respiro profondo, uno sguardo all'orizzonte la dove si forma L'onda, e via.. 

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