venerdì 9 ottobre 2015

Vaso di pandora..

Consiglio l'ascolto di un paio di canzoni nella lettura di questo testo, perché hanno fatto da sottofondo in questi giorni e nella stesura del pezzo..

"A cosa stai pensando?" Mi chiede facebook.. guardo spesso questa scritta che campeggia e se ne sta li con gran pazienza ad aspettare una risposta. Mi scappa un sorriso, perché a volte davvero non saprei da dove partire. Le emozioni, le riflessioni sono a volte fugaci, un fulmine che collega e illumina mondi interiori lontani e apparentemente scollegati. In un istante passato presente e futuro si mescolano e il tempo si rivela per quello che è..un illusione. La membrana che separa questi mondi si rompe e ora mi sento un rebus cronologico che cammina. In questo periodo mi pare di essere un funambolo, che cammina sul filo di un rasoio..non tagliarsi, non cadere e godersi intanto il panorama stupendo tutto attorno...riuscirci è arte. La vita a volte ti mette la testa dentro un acceleratore di particelle, e tutto diventa così intenso, così profondo e veloce che fa male, ma fa anche sentire estremamente vivi. Una regola fondamentale per non rompersi sotto la forza del vento è oscillare con esso. Seguirne il flusso e lasciarsi portare senza ridigità. Facile eh? Proprio per niente!! Perché in tutto questo c'è anche la mente che fa brutti scherzi, e poi cose che davvero, son dure da mandar giù. Ferite nuove e vecchie; riflessi di forza e vitalità in un anima che a volte scorda di saper volare.
Tuttavia seguo quel flusso, oscillo col vento. Il mio essere qua è già storia, è già un capitolo scritto, che come Bastian sto leggendo e scrivendo allo stesso tempo. A volte sono Atreiu, altre mi pare di essere Bastian nella sua soffitta al calduccio della copertina che si gode la storia. Ma il confine è labile, chi scrive e chi legge? La magia del Viaggio è questa..è come andare alla sorgente, sbirciare nella sala macchine della realtà, vedere come si "srotola" la coscienza e come crea e metabolizza. La routine della vita quotidiana ci da l'impressione di staticità, una parola che nel vocabolario della natura, di Dio non esiste. Esiste però la capacità di adattamento, nel quale l'essere umano eccelle e della quale ci si scorda troppo spesso. Sbirciare in quella sala macchine, scrivere il copione che stiamo leggendo e tuffarsi nella parte. Sono qui da tre settimane, e mi sento a casa. E' sempre una grande emozione poterlo dire. E non è per nulla banale, poter dire di essere a casa in un posto così diverso e lontano, che solo fino ad un mese fa era per me solo un nome e un punto nella mappa. Sono in Africa, e mi sento a casa, a mio agio e, nel mio piccolo, parte di questo mondo. Di certo il segreto sta nell'allenare l'occhio, a vedere non tanto le differenze, ma le uguaglianze, e ce ne sono davvero tante. Le differenze sono dettagli, certo importanti e degni di rispetto, ma non sono il punto focale. Il baricentro di tutto alla fine non è tanto il "come", ma il "perché". Il perché è il motore, la spinta di vita che non ha odore e sapore all'origine, ma si manifesta nei mille colori, profumi, riflessi della razze e dei popoli, seguendo come un fiume percorsi segnati da storia, eventi, dolore, istinto e intuito. E' senza questo filtro che si può avere per pochi istanti la fortuna di vedere il "codice", vedere le cose per quelle che sono..cioè che siamo tutti uguali, solo riflessi unici e diversi della stessa luce all'origine. Certo abbiamo a che fare di continuo con quelle differenze, quelle peculiarità, e in realtà è anche ciò che cerchiamo.. la diversità può far paura, ma genera energia, mette in discussione e fa entrare in quell'ignoto che è così gravido di possibilità. Come un potenziale quantico pronto a reagire e manifestare. Da sempre la natura usa l'incrocio per rafforzare la specie, perché così crea nuove variabili, nuove possibilità e anche regole. Esporsi a diverse culture, colori, odori e situazioni rafforza perché aggiungiamo ingredienti nuovi alla nostra formula personale, nuovi colori alla tavolozza.
Giro per la città, per il mercato. Incrocio sguardi e sorrisi. Saluto con un cenno gli svariati "muzzungu" che mi urlano i bambini e loro esplodono in enormi sorrisi e frenesia che mi riempiono l'anima. Connettersi con questo popolo è meraviglioso. Al mercato rido e scherzo con una signora che mi vende pomodori e carote. Si aggiunge una seconda e poi una terza e pare di conoscerle da sempre. Sento che tra noi, perfetti sconosciuti, c'è un filo che lega nonostante le enormi differenze..quel filo che porta alla fonte neutra, forza motrice di tutto. Faccio un sospiro, mi guardo attorno ascoltando una canzone evocativa. In questa emozione, ritorno al presente e tutti gli Ale passati e presenti si rifondono nel qui ed ora a ridare forma a questo bipede bianco frammentato che cerca di capire chi è e dove sta andando.

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