Treviso,
partenza fulminea
So da
tempo che devo partire se voglio aprofittare della stagione estiva
per raccimolare qualche soldino, ma tra eventi e la bellissima estate
che è arrivata mi riesce davvero difficile immaginarmi nella piovosa
Inghilterra. Tuttavia so che è il momento giusto e so anche che mi
farà bene. Ci pensavo da un pò, ma la decisione vera e propria è
arrivata in un lapo: venerdì prenotato il volo e sabato partito!!
Ed
eccomi quindi dopo quasi un anno di nuovo in Inghilterra, a Londra
ospitato da un caro amico e cogliendo l'occasione per visitarne altri
nella zona. Passerò un intenso week più due giorni girando per
Londra tra serate e attività varie e incontri con amici. Non male
come inizio di questo periodo e non male come “distacco” dalla
mia realtà estiva Trevigiana. I giorni tuttavia volavano e presto mi
ritrovo in viaggio verso Lake Ditrict, la mia destinazione finale. Il
bus di megabus, il più economico in assoluto mi avrebbe portato da
Londra a Lancaster, non lontano dall'inizio del parco nazionale, in
circa sei ore di viaggio. Da li poi avrei preso il treno per Kendal e
poi il bus fino a Bowness sul lago di Windermere. Nulla di nuovo, un
tragitto che già conosco e un viaggio lungo ma comodo.
Cielata
dietro l'apparente scontatezza, una bella avventura dietro mi
attendeva dietro l'angolo..
Arriviamo
a Manchester e il bus si ferma. Chiedo alla ragazza Cinese seduta a
fianco a me se sa per quanto si ferma, visto che studia
all'Università di Lancaster e prende spesso questo bus. Mi dice
mezzora, ma mi sembra un pò troppo e cerco l'autista per chiedere
conferma. Non lo trovo ne al suo posto ne fuori dal bus, ma riconosco
molti passeggeri sul marciapiede affianco al bus e penso che dovrei
avere un paio di minuti. Vedo un kebabbaro dall'altra parte della
strada, letteralmente 50 metri di fronte al bus. Faccio un salto e
ordino un falafel, ma mentre sta per darmelo vedo l'autista montare e
in procinto di partire. Pago al volo e corro verso il bus il quale si
era appena spostato di 10 metri, mi piazzo davanti e agito il falafel
facendo capire che mi sta lasciando a terra, ma il conducente fa
spallucce con tale enfasi, quasi a voler dire che gli spiace non
potermi comunicare quanto poco gliene frega di me. Senza deciderlo le
mia gambe partono e inizio a seguirlo al galoppo, neanche fossi uno
staffettista appena dopo lo sparo di partenza, ma con il falafel al
posto della staffetta. Batto tutti i record sui cento metro, ma
nessuno purtroppo potrà mai testimoniarlo, e tanto meno riesco a
raggiungere il bus che sparisce dietro alla curva con tutta la mia
roba. Mi fermo e dalla rabbia mi verrebbe da piastrellare il falafel
a terra, ma mi contengo e guardandomi da fuori mi scappa una risata
subito soffocata da un nuovo sbuffo di rabbia, a sua volta mitigato
da una nuova risata. Penso che, te pareva se non trasformavo un
noioso e scontato viaggio in una nuova avventura, e il pensiero vola
ai viaggi recenti in Africa e a tutte le vicisittudini.
Ancora
ansimante e coi capelli inesplicabili chiedo informazioni ad una
signora su dove fosse la stazione dei treni. Lei mi evita pura con lo
sguardo, come fossi un drogato che le chiede qualche centesimo per
fare una telefonata. Devo sembrare proprio sbandato, e penso a quanto
poco ci vuole per venir considerato strano o poco di buono. Torno
alla stazione del bus e chiamo il servizio di megabus. Racconto
l'accaduto ma mi rendo conto che dall'altra parte c'è un automa non
una persona, perchè nonostante il mio evidente disagio l'operatore
si limita a dirmi che la responsabilità è mia perchè per le leggi
di sicurezza il conducente non può aprire la porta una volta chiusa
e quindi chiunque esca dal bus e cechi di entrare una volta chiusa la
porta verrà trattato come un estraneo e una potenziale minaccia.
Quel suo tono robotico e il mio non essere esattamente in grazia di
dio non mi permettono di aprire la via diplomatica, che sarebbe
comunque stata inutile data la posizione granitica che la compagnia
ha. Mi dice che l'unica cosa che posso fare è andare a mie spese
alla destinazione finale del bus che è: GLASGOW!!! Cioè in Scozia,
e quasi altre quattro ore di bus da Manchester. La notizia, sempre
comunicata con quel tono robotico non mi rende più socievole, ma
capendo che è inutile parlarne saluto e riaggancio.
Per
non farti distruggere dal flusso, nuotaci dentro..
Decido
di mettermela via e capisco che un motivo ci sarà se tutto questo è
successo. Sono le 19, Prenoto il primo bus, sempre di megabus, per
Glasgow e ne trovo uno che parte alle due di mattina.
Decido
di investire queste ore in questa specie di limbo e di goderne per
ciò che mi portano e mi danno. In fondo questa alla fine è un
opportunità che mi viene data, viviamo sempre protesi al risultato,
a “produrre” in qualche senso, a non perdere mai tempo..e invece
a me viene data la possibilità di perdere del tempo, si perchè a
parte aspettare non ho proprio altro da fare. Ho con me il solo
cellulare abbastanza carico e la carta di credito, che fortunatamente
avevo messo dentro la cover del cell per averla sotto mano e pagari e
mezzi pubblici a Londra tramite “contactless”. Va da se quindi
che non potrò avere grandi distrazioni tecnologiche, e mi toccherà
dunque riscoprire la capacità di guardare il mondo, di diventare
curiosi e farsi intrattenere da qualsiasi dettaglio del mondo,
proprio come fanno I bambini piccoli. Loro non conoscono la
tecnologia, e sono attratti dal mondo e dalle sue meraviglie che
stimolano la loro insaziabile sete di conoscenza.
Inizio
a camminare lentamente, respirando ritmicamente e osservando la
città, la gente, I dettagli. Faccio finta di essere invisibile, un
punto di coscienza che si muove e raccoglie informazioni senza
giudizio, senza appicicare etichette e nomi alle cose che vede o
sente. Mi siedo su una pachina, cerco uno spazio mentale infinito,
nel quale svanisce il momento in cui mi sono seduto e non c'è attesa
per quello in cui mi alzerò. Osservo, respiro, ascolto I suoni e le
sensazioni fisiche, il fresco pungente e la pressione della panchina
sul mio sedere. Provo una certa soddisfazione per l'esser riuscito a
ribaltare la situazione a mio favore e ripenso ai viaggi,
specialmente all'Africa con I suoi mille disagi e disavventure che ho
vissuto, e la ringrazio.
Nel
frattempo un caro amico Australiano che ha visto il post su facebook
della mia disavventura, mi manda dei contatti di due suoi amici una a
Glasgow e l'altro a Edinburgo. Io ancora spero di cavarmela in
giornata a Glasgow e partire il giorno stesso per la mia meta, però
intanto è ottimo avere dei buoni contatti.
Inizia
a fare fresco e sono in t-shirt e non ho altro da vestire con me.
Faccio un giro e vedo un cinema e penso che guardarmi un filmetto in
Inglese sarebbe un ottimo modo per stare al caldo e praticare un pò
la lingua. Il film finisce circa all'una e manca oltre un ora per il
bus. Faccio un giro, perdo ancora un pò di tempo e poi mi dirigo
alla stazione per aspettarlo li. La mattina dopo in circa tre ora di
bus mi trovo a Glasgow, e subito mi fiondo all'ufficio lost and
found. Subito vedo la mia borsa grande che mi danno appena mostro di
conoscerne perfettamente il contenuto, ma non quella piccola. Quella
appunto che avevo con me tra I sedili e in cui tenevo portatile,
portafoglio e molte altre robette. Mi dicono che molto probabilmente
sarà in deposito ma che devo aprire un “investigazione” e vista
la pila di altre pratiche aperte ed essendo pure venerdì dovrò
aspettare lunedì. Penso a quanti altri hanno perduto il bagaglio,
magari come nel mio caso colpa di queste ferree politiche di
sicurezza.
Tre
giorni di magia in Scozia
Okay
so che dovrò aspettare tre giorni, e penso che a questo punto potrei
andare ad Edinburgo che dista meno di un ora di treno per visitare un
caro amico che ho conosciuto l'anno scorso nel mio periodo a Bristol.
E'
sempre così che inizia un momento magico, un avventura. Quando lasci
ogni speranza, ti lasci andare perchè non c'è altro da fare che
aspettare, ti affidi e ti fidi, è così che nasce la magia, ed è
così che I miei tre giorni in Scozia sono stati una continua magia.
Arrivo
alla stazione di Edinburgo, esco e trovo una giornata meravigliosa.
Il sole splende, la temperatura è mite e c'è una piacevole brezza
che ti galvanizza. Aspettando di trovarmi con il mio amico mi faccio
un giro per la città e resto davvero incantato. Stupenda!! Davvero
una città stupenda!! Passeggio e per la via pricinpale tutta in
salita e ammiro gli imponenti edifici in stile vittoriano ai lati
resi ancor più splendidi dalla luce del sole e dal contrasto con un
cielo blu intenso.
Guardo
la gente, principalmente turisti e scorgo un paio di uomini in kilt,
uno straniero probabilmente affascinato dalla cultura Scozzese e un
locale. E' la prima volta che vedo un kilt dal vivo, e penso che
bello essere qui e quanto questo mi sembra un vero e proprio viaggio
seppur mini.
Passo
alcuni artisti di strada, un bambino che suona la cornamusa e una
punk che canta canzoni Scozzesi mentre fa lavori con la lana. Mi
fermo a chiacchierare con una artista che fa ritratti e caricature.
Lei e' Ungherese e viaggiatrice, e da un pò si è buttata a fare
l'artista di strada per mettere in pratica il suo talento artistico
ma sopratutto per lo stile di vita. Ci troviamo su molti punti e
sembra di conoscersi da tempo. Le dico che mi piacerebbe comprarle un
ritratto per sponsorizzarla, ma che venticinque sterline sono tante e
che preferisco aspettare uno o due giorni per vedere se riesco a
trovare qualcuno che mi ospiti la notte così da risparmiare quei
soldi e darli a lei. Lei subito, come c'avesse già pensato, mi dice
che non vuole soldi e che me lo fa per piacere, anche perchè così
attira gente curiosa e magari potenziali clienti. Mentre mi ritrare
vengono fuori altri punti in comune, sensazioni, punti di vista e
altro che davvero ci spiazza e fa pensare a quante anime gemelle
abbiamo sparse per il mondo, o forse, anche a quanto in fondo siamo
tutti così simili.
Finito
il ritratto ci scambiamo I contatti e io vado all'incontro con il mio
amico mentre ripenso all'incontro fortunato e al fatto che ho già un
amica a Edinburgo ad appena un ora dal mio arrivo qui. Mi trovo con
M. il quale vive in un ostello nell'area per gli ospiti di lungo
termine mentre lavora per metter via qualche soldo in attesa di tempi
migliori e di uno spostamento da tanto atteso. Mi presenta S. un Sud
Americano di circa quaranta cinque anni che nel suo paese è quasi
stato ucciso durante una rapina e che poi attraverso varie
vicissitudini è approdato in Scozia dove per un periodo ha vissuto
come barbone e poi è riuscito a ricevere il sussidio statale.
Entrambi
mi invitano a cenare alla mensa dei poveri dove loro cenano ogni
sera. Accetto di buon grado perchè mi intriga mettere il naso in
questi ambienti e viverli di persona. La cena è organizzata nella
sacrestia di una chiesa e ci sono molti volontari che dal banco dove
c'è il catering servono la cena ai tavoli. Si mangia semplice, purè
di patate e verdure credo sottaceto. Si beve invece abbondante tè e
succhi di frutta, e non manca neppure il dolce. Attorno a noi gente
di varie estrazioni sociali e condizioni. Molti sembrano e
probabilmente sono senzatetto, mentre altri pensionati che fanno
fatica ad arrivare a fine mese e altri più giovani come noi che
cercano di abbattere Il costo della vita che annulla I sacrifici
fatti per mettere via qualche soldo.
Mi
calo nella parte e apprezzo e godo della gentilezza dei volontari e
del cibo offerto. Mi sento uguale e sullo stesso piano di chiunque in
questa stanza, ne più ne meno. D'altronde potrei essere io un
senzatetto, non c'è nessuna certezza divina che questo non possa
accadere e l'idea di saper stare tra queste persone senza sentirmi a
disagio mi conforta.
Come
spesso e sempre di più accade noto di trovarmi più a mio agio tra
gli ultimi e gli sfortunati, o semplicemente quelli che hanno di meno
ma che quindi godono delle piccole cose e si preoccupano solo del
necessario senza, (loro malgrado), cadere nell'opulenza del troppo
che droga e rende insensibile.
Assieme
al mio amico M. iniziamo a cercare un ostello per la notte, qualcosa
di economico in attesa di qualche risposta da couchsurfing dove avevo
mandato varie richieste di ospitalità.
Dopo
aver girato mezza città, con gli ostelli tutti pieni o dai prezzi
folli, ne troviamo finalmente uno a 18 sterline a notte, costruito
dentro una chiesa sconsacrata. Davvero curioso vedere la struttura in
cartongesso delle stanze e nei “corridoi” dell'ostello avere come
tetto quello della chiesa stessa.
Quasi
all'ora di dormire mi rendo conto che mi era del tutto passato di
mente il contatto del mio amico Australiano. Lo contatto e ricevo
quasi subito conferma dal suo amico che mi da subito indirizzo e
istruzioni per vederci il giorno dopo!
E'
così che conoscerò Dusko che vive a Edinburgo da poco lavorando
come Ingegnere civile e con il quale diventerò subito ottimo amico.
Dusko
mi ospiterà Sabato e Domenica, e in quei due giorni davvero mi
sembrava di essere a Edinburgo da tempo, dandomi appuntamenti in
centro con il mio amico M., con Dusko e con la mia amica artista. E'
sempre stupendo scoprire di avere amici ovunque si vada, e sentirsi
come a casa già in poche ore quando di solito restando nelle
strutture proposte ai turisti si resta del tutto sconnessi dalla
realtà locale e si gira la giostra del turismo commerciale.
L'energia
intanto si accumula ed è ora di concretizzare lo scopo dell'essere
qua in Inghilterra..
Arriva
Lunedì e torno a Glasgow dove finalmente mi viene ridato Il prezioso
zainetto, e con un sospiro di sollievo mi organizzo per andare a
Lancaster da dove poi prenderò un treno diretto a Kendal che è una
delle “porte d'accesso” per Lake District.
Dove
sto andando è solo una zona dell'ernome parco nazionale di Lake
District, e in particolare si tratta del lago di Windermere appunto
uno dei tanti laghi del parco.
Attorno
al lago e in particolare sulla sponda destra sorgono vari villagi tra
cui Bowness che è quello più a sud, Windermere circa a metà lago e
Ambleside sulla punta nord del lago. Questi tre in particolare sono I
posti in cui cercare lavoro durante la stagione e più o meno tutti
pullulano di richieste di personale.
Passo
la giornata tra bus, treno e altri bus e finalmente arrivo a Bowness
nel tardo pomeriggio. La giornata era stupenda già dalla mattina a
Glasgow, e anche a Lake District resta bella. Mi accoglie un sole
splendente ed essendo parecchio alti come latitudine, in piena estate
le giornate sono davvero lunghe, e si ha luce fino alle 23. Mi vado a
piazzare su un prato che conosco con vista lago e mi godo l'ultima
oretta di sole prima che spraisca dietro alle colline.
Come
spesso accade ultimamente non ho ancora un posto in cui dormire e ho
solo in mente il nome di un ostello a Windermere che avevo contattato
qualche giorno prima e che pareva avere un buon prezzo.
Non
mi preoccupo e lascio che le cose fluiscano, ormai so bene che è
l'atteggiamento migliore e che permette alla magia e alle possibilità
di manifestarsi. Scende il sole e mi incammino pigramente verso
l'ostello a Windermere. Non c'è una vera e propria reception e
bisogna chiamare per chiedere se c'è posto. La risposta è posivita
e subito sistemo la mia roba per poi andare a fare una spesetta li
vicino.
E'
tempo di vedere cosa bolle per me nel pentolone magico..
Non
esiste partecipazione senza un cambio, senza una contaminazione di
ciò che siamo a tutti I livelli. Uno non viene fino a qua per
cercare meccanicamente un lavoro e poi tornare a casa come nulla
fosse accaduto. Questo lo so da sempre, ma è ogni volta una
ri-scoperta, perchè a volte, anzi spesso c'è in noi qualcosa che
frena e che non vorrebbe quel cambio. E' un pò quello che accade
quando stiamo per fare il bagno al mare o al lago, dove l'acqua è
freddina. Quel momento prima di bagnarsi, in cui stiamo così bene
asciutti e al caldo è una zona di comfort, dalla quale non vorremmo
allontanarci. Tuttavia una volta in acqua, la sferzata di energia del
freddo ci attiva e rivitalizza corpo e mente e quasi ci chiediamo in
che razza di pigrizia stessimo sprofondando poco prima. Ecco lo
stesso accade, almeno per me, in queste situazioni dove siamo in un
limbo troppo tiepido e morbido da lasciare. Questo essere
turista-non-turista, tra viaggio e attesa di un lavoro è gravido di
emozioni, di ciò che si ha lasciato a casa, delle possibilità che
come un frutto maturo stanno per cadere e materializzarsi nella
nostra realtà.
Allora
in questo limbo, come li sul bagnasciuga prima di tuffarsi, l'unica
cosa da fare è recidere quell'ultima resistenza al cambiamento e
tuffarsi del tutto nel nuovo paradigma.
Uno
speciale lasciapassare..
Mi
sveglio abbastanza presto e vado in biblioteca a stampare trenta cv e
parto subito per un primo giro di consegna.
Il
giorno prima camminando verso Windermere avevo visto una guesthouse
con affisso un annucnio di richiesta personale e con offerta di
alloggio incluso. L'avevo tenuta in mente come primo posto in cui
provare vista la presenza dell'alloggio.
Arrivo
di fronte all'entrata e mi trovo in compagnia di mille diversi stati
d'animo. La speranza di trovare presto un buon lavoro, la voglia di
restare in quel limbo e il tentativo di non pensare a nessuna delle
due e agire soltanto.
Prendo
un bel respiro, svuoto la mente e sceglo l'azione. Mentre afferro un
cv e faccio per entrare mi vien da ridere per la situazione e per
tutti quei miei stati d'animo.
Trovo
alla reception una ragazza alla quale consegno il cv e che mi dice
che lo darà alla manager che in questo momento non c'è. Sto per
uscire e compaiono due ragazze, una delle quali la manager con 6
tazze in mano e che tutta trafelata mi dice di mostrarle il cv. Lo
guarda appena e vede che ho scritto dei miai viaggi e subito mi
chiede qual'è stato l'ultimo. Gli dico Africa in bicicletta, e
spalanca gli occhi. Mi dice che è del Sud Africa e che quel magico
continente è nelle sue ossa, nella sua pelle e anima. Mi mostra
rapidamente l'hotel e mi spiega il lavoro e dopo poco mi chiede se mi
va di fare una prova il giorno dopo per vedere se mi piace. Rispondo
di si, saluto ed esco e mi dirigo verso Bowness giù al lago. Mentre
cammino penso a quello che è successo. Sono entrato al primo posto e
ho già trovato un lavoro, non può che essere un segno che l'altra
era come anticipato da tutta questa ondata di energia e stupendi
incontri degli ultimi giorni.
Ancora
non lo sapevo, ma l'ondata non si era ancora esaurita, anzi.
Infatti..
Arrivo
al lago e mi viene voglia di un giro in barca a remi e mi metto in
fila dove sulla sponda del lago noleggiano le barchette a sedici
sterline all'ora. Aspetto dieci minuti sotto il sole ma ancora nulla,
mentre nella fila a fianco quella per noleggiare barche a motore, la
gente viene processata molto più velocemente.
Finalmente
dopo altri dieci minuti arriva uno dello staff che scusandosi un
sacco mi fa cenno di seguirlo. Io faccio per tirare fuori la carta e
lui mi dice che non c'è problema e posso pagare dopo visto che ho
aspettato tanto e mi accompagna alla barchetta.
Esco
e vado verso Il centro del lago dove, abbastanza lontano da tutti
posso togliermi il ridicolo giubbetto galleggiante, togliermi la
maglietta e distendermi per traverso con I piedi a penzoloni in acqua
godendomi il sole stupendo. Mi sento un re e non potrei chiedere
nulla di meglio in questo momento. Penso a quanto poco ci voglia per
godersi la vita e trovare momenti di gioia in cui semplicemente
fluire.
La
mia svanisce in fretta e ritorno al molo. Lo stesso ragazzo mi
accoglie e mi chiede come sia andata e capisco che dev'essere
contento che sia tornato perchè mi dice, loro sono la dalla mattina
e davvero non vede l'ora di andare a casa. Appena metto I piedi sulla
spiaggetta di sassi gli dico che vado a pagare, ma lui mi ferma e mi
dice che non c'è bisogno e che questo giro me lo offre lui. Io
rimando sbigottito e insisto ma lui mi dice che è un piacere, e anzi
di passarlo a trovare per due chiacchiere e mi saluta calorosamente.
Mi incammino verso il praticello del giorno prima mentre sono un
misto di risata, commozione e stupore. E' come se negli ultimi giorni
molte cose che di solito la gente paga come servizi, per me fossero
gratis, come avessi un qualche lasciapassare (o lasciapassAle..) che
mi permette di uscire, seppure per brevi istanti dal sistema.
Aspettarsi
l'inaspettato...
Mi
sveglio presto e vado alla guesthouse per il giorno di prova.
Lavoro
cinque ore che passano in un lampo e senza nessun intoppo, anzi con
visibile soddisfazione dei miei nuovi colleghi. Caspico subito che a
questo punto che il lavoro ce l'ho e dipende solo da me se mi piace,
e ovviamente considerato tutto direi che questo è il posto in cui
era destino che venissi. La manager tuttavia mi dice tutta
dispiaciuta che l'alloggio si libererebe solo in una settimana circa
quando uno dei colleghi che è li da due anni lascierà il lavoro per
tornare in Spagna.
Mi
godo il resto della giornata e passo la serata il ostello con un
giovanissimo ragazzo Danese che sta facendo un viaggio di solo
auto-stop in Inghilterra fino alla Scozia e due giovani ragazze
Londinesi.
Il
giorno dopo vado a lavoro e la manager mi dice che forse ha una
soluzione per me, cioè mettere ogni sera nella zona lounge un
materasso per poi toglierlo prima di iniziare a lavorare. Le dico che
sarebbe ottimo e, dopo il lavoro, tornando all'ostello disdico le due
notti in più che avevo prenotato.
Il
giorno dopo passo all'ostello per pagare la notte precedente e ne
aprofitto per fermarmi nella cucina condivisa e pranzare li. Mentre
mangio arriva una ragazza che ancora con lo zaino in spalla si ferma
davanti alla bacheca studiando le regole dell'ostello e come funziona
il pagamento. Le spiego un paio di cose e poco dopo mi chiede se
fossi mai andato a nuotare nel lago.
Le
rispondo di no, ma che prima o vorrei farlo. Le come fosse la cosa
più naturale del mondo mi fa “ti va di andarci ora?”, e io con
la stessa identica naturalità le rispondevo “perchè no? Certo
andiamo!!”
Dopo
pochi minuti eravamo sulla sponda del lago, ridendo della situazione
che si era creata e di come due perfetti sconosciuti come noi pareva
si conoscesse invece da sempre. Un cielo tappezzato di nuvole
bianche, sole e un paesaggio imponente ci accoglievano.
L'aria
era frizzante e potente e noi due scintille libere coscienti della
natura della realtà e di come noi possiamo crearne una nostra
personale.
Abbiamo
vissuto il momento, senza etichette o bisogno di aderire a clichè di
nessun tipo. Abbiamo distillato il tempo e ci siamo inebriati con
l'essenza del momento cogliendo l'attimo.
Per
tre giorni, ogni giorno sembrava l'ultimo, poi il gioco reiniziava e
con lui la magia del momento.
Tutta
questione di oscillazioni..
Ultimamente
vivo davvero sulla pelle la magia e l'andamento oscillatorio della
vita. Da una parte trovo, dall'altra perdo, da una parte do,
dall'altra ricevo..
Se
questo è naturalmente presente nella vita di tutti (anche se molti
spesso vedono solo il lato negativo) è anche vero che a me capita
sempre più rapidamente. Questa alternanza, questa oscillazione sta
come aumentando la sua frequenza ed è quasi all'ordine del giorno
che mi trovo in situazioni straordinarie, inteso letteralmente come
“fuori dall'ordinario”.
Qui
le speculazioni filosofiche potrebbero davvero sprecarsi e come un
tarlo scavare nella trama della realtà. La verità più semplice
però secondo me è che la vita di per se è qualcosa di altamente
instabile. Tutto cambia, tutto si trasmuta continuamente, ed è solo
nella nostra testa, nella nostra interpretazione delle cose che tutto
è statico, o almeno secondo noi dovrebbe. Ed ecco infatti che
,quando la realtà cambia in maniera così netta da non permetterci
più di ingannarci e di continuare a vederla statica, soffriamo e
rifiutiamo la realtà stessa. Vivere sul filo del rasoio del momento
presente non solo permette di accettare e vivere questo continuo
flusso, questo cambiamento, ma anche di poter ricevere I doni che
questo può portare e di saperli riconoscere e accogliere.
Ora,
beh pare per come ne parlo che io sia proprio in grado sempre di
farlo. Ecco, non è così. E' si vero che so vedere questa natura
della realtà, e che spesso mi porta de doni che vivo con grande
gratitudine ed emozione. Allo stesso tempo però quel cambiamento sa
a volte sconvolgermi e mostrarmi come sicuramente anch'io vivo
attaccato al mio scoglio e alle mie certezze.
A
dimostrarmelo è stato quando circa un mese ho scoperto di aver perso
il portafoglio.
Nonostante
fossi, almeno credevo, allineato con il flusso e con l'oscillazione,
la perdita che comprendeva anche alcuni ricordi ai quali ero ancora
legato, mi ha mandato in totale crisi e mi ha fatto perdere
quell'equilibrio e serenità. Alla fine tuttavia, tutto ciò che
succede e passa nello schermo della nostra vita, è esattamente:
“tutto ciò che succede e passa nello schermo della nostra vita”.
In altre parole, è quel che è ed è perfetto così com'è, anche se
sembra imperfetto e sbagliato. Cosicchè, pure una reazione
apparentemente sbagliata, o un nostro auto-giudizio severo tipo “ho
perso il mio equilibrio e non avrei dovuto permetterlo per così
poco” è una rigidità e un non accettare ciò che è, e volendo
essere un pò ricorsivi, pure il non accettare di non aver accettato.
Tutto
è perfetto, anche l'imperfetto.