Scrivo questo post ispirato dalle canzoni di un gruppo Inglese scoperto oggi, i "Public service broadcasting"
Potete sentirne alcune a questi link:
Valentina: https://www.youtube.com/watch?v=Bnmq4WR83Mw
Prendo
coscienza di essere sveglio, ma non apro ancora gli occhi. Non ho
sentito la sveglia suonare ma sento di aver dormito abbastanza.
Mi
sento leggero, nel corpo e ancor più nella mente. Ultimamente mi
svegliavo sempre con un peso, i pensieri e la mente dispersi nella
galassia del tempo, passato presente e futuro. Forse è l'effetto del
secondo giorno di digiuno fruttariano, o forse oggi i pianeti, i miei
pianeti, sono allineati. Non ha importanza il motivo, il fatto è che
mi sento pieno di energia e buoni propositi. Scendo a far colazione, vedo che è una bella giornata e penso che oggi non posso farmi
scappare l'occasione e devo andare a visitare la zona del famoso
ponte di Bristol, oltre il quale pare esserci una riserva naturale.
Prima però devo passare a comprare un nuovo paio di cuffie per la
musica. Torno in un negozio di dischi che ho visto ieri dove ne
vendono di vari tipi. Entro e mentre confronto prezzi e modelli una
musica mi entra nella coscienza e inizia a lavorare. All'inizio non
ci faccio tanto caso, ma qualcosa in me si sta accendendo. Quella
fiammella pilota, sempre accesa e pronta a diventare vampata, sta per
venire raggiunta da qualcosa. Decido il modello di cuffie, e chiedo
informazioni sul disco che sta suonando in diffusione. Mi dicono che
è un gruppo Inglese recente che fa pezzi strumentali che
accompagnano, nel caso di questo disco, i dialoghi storici e
originali della NASA nelle missioni spaziali più famose della
storia. Il disco costa 5 sterline, non ci penso due volte, compro
disco e cuffie. Sento che devo correre a casa a copiarlo nel lettore
e andare a camminare con quello, e mi metto a correre quasi in preda
ad una frenesia, una visione che ho paura mi sfugga. Arrivo, lo
copio, parte la musica. Tutto è come lo immaginavo. Sento la
solita energia, il solito movimento, chiarezza sopra le parti, sopra
ogni dubbio e dettaglio quotidiano che ti rende piccolo, sommesso.
Riprendo la mia grandezza, come un gas in espansione non trovo limiti
e abbraccio tutto. Arrivo sulla statale che passa sopra il fiume Avon
e mi fermo li a godere da lontano della vista del famoso ponte.
Paesaggio e musica si fondono, pare non possano esistere separati.
Come due ingredienti inerti che solo uniti prendono vita. Sento che
nonostante i tanti dubbi, i ricordi ancora caldi, anche qui, anche in
questo nuovo giro posso inventarmi la mia realtà e farla mia. Mi
avvio verso il parco e in pochi passi mi trovo in mezzo alla natura.
Cambia la canzone e parte un pezzo dolce, tranquillo, che dopo la
sferzata di energia sembra voler andare a sciogliere freddo e
amarezze. Mi affiora alla mente un sogno fatto stanotte e in un
istante passo dall'espansione all'introspezione, dalla forza alla
tenerezza. Quell'energia che prima mi faceva sentire sopra le parti
diventa ora una calda coperta sotto la quale versare delle calde
lacrime di malinconia, di un calore che mi manca, mi manca un sacco.
E' benefico lasciare le emozioni susseguirsi e a volte accavallarsi,
senza giudizio, senza sentirsi strani o emotivi. Come nuvole nel
cielo che dopo l'acquazzone si fanno da parte e lasciano di nuovo il
palco al sole. Come i bambini che sanno passare dal riso al pianto
nel tempo di un sospiro, dovremmo anche noi imparare a lasciar fluire
le emozioni senza vergognarcene.
Lascio
il sentiero principale e mi inoltro nel bosco. Spengo la musica e
ascolto il silenzio seduto su una pietra a lato del sentiero. Qui
nella natura, tutto è essenziale, non c'è separazione tra luoghi
geografici, società, culture. Il silenzio musicale che trovo qui è
lo stesso che c'è al parco dello Storga nella mia città, o quello
in Uganda in mezzo alla natura, o ancora in Islanda e in qualunque
altro posto naturale in cui la colonna sonora sia il solo suono delle
nuvole mosse dal vento. Passa della gente e ritorno presente. Inizio
a sentire freddo per l'esser stato un po' fermo e decido di tornare.
Esco dal bosco e in dieci minuti torno in vista della città e li
rifaccio partire la musica. Oggi, come a volte accade, ho ricevuto
dei regali e ho cercato di goderne più che ho potuto, impregnando
così questa città e questi luoghi della mia energia, delle mie
emozioni. Non ha davvero una gran importanza che lavoro troverò, se
lo troverò e se alla fine ripartirò presto e il tempo speso qui
sarà appena sufficiente a lasciare la mia impronta. Qualsiasi tempo
e luogo vissuto in contatto con le proprie verità, con la propria
anima, lascia il segno e diventa esperienza viva.
Torno
all'ostello, alla mia casa e la mia famiglia rigenerato, pieno di
voglia di trasmettere questa speranza, rimettere in gioco
quest'energia e vedere curioso cosa produrrà.
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