martedì 10 aprile 2018

Tanzania, lezioni e incontri straordinari..


Pare impossibile, ma anche se in ritardo rispetto la mia tabella di marcia, sono già in Malawi e già vedo allontanarsi questo pazzesco periodo in Tanzania..
All'inizio del viaggio eri solo un paese da attraversare sulla cartina, e oggi hai per me il sapore di casa con innumerevoli amici e almeno tre famiglie acquisite.
La nostra relazione l'anno scorso era iniziata un pò bruscamente tra il furto di Bagamoyo e il sequestro in taxi a Dar es Salaam. Ti eri già rifatta con il periodo a Zanzibar, ma seppur si dica che è lo stesso paese, in realtà sono quasi due mondi separati e quindi forse non conta. Quest'anno, al ritorno da Zanzibar infatti molti mi mettevano in guardia proprio su questo, dicendo che la Tanzania della terra ferma è pericolosa e non ha nulla a che vedere con Zanzibar. Ma si sa, il luoghi comuni e gli stereotipi si allungano come ombre sopra la ragione e creano fantasmi e giudizi irreversibili. Io, in barba a chi mi sperava di infettarmi con le proprie paure, avevo ben in mente di tornare a Bagamoyo dove avevo lasciato la bici. Quel posto, in qualche modo aveva ancora il sapore di quella notte sfortunata. Tornare significava mettere in dubbio quel giudizio, quel ricordo e darmi la possibilità di sovrascriverlo. Dopotutto, non è certo agli altri che facciamo un dispetto se proteggiamo le nostre paure, i nostri pregiudizi. E' solo a noi stessi che generiamo un nuovo limite, una nuova catena. "Non fare questo e quello che potresti pentirtene" ecco il grillo parlante, appunto parlante e non pensante, che ci avverte di rispettare le nostre paure, le nostre catene e di identificarcisi con esse.

STEREOTIPI

Nell'universo dei giudizi c'è spesso qualcosa di ironico, di scaramantico e recitato quasi come un mantra. Zanzibariani che mettono in guardia contro i mostri  della Tanzania continentale, Tanzanesi che dicono quanto il Malawi sia povero..ma povero rispetto a chi, a cosa? Ho visto molta povertà in Tanzania, come anche molta gente che possiede un conto in banca e preleva soldi qui a Karonga in Malawi. Senza contare che spesso in questi paesi per quanto poveri, cibo rifugio e famiglia non mancano quasi mai e con loro non manca la benefica allegria Africana. Dipende da dove vivi, cosa fai, chi sei, dalle contingenze della tía vita e da come le affronti, e non dal nome del paese che hai sul documento e dal pregiudizio che ti viene affibiato.
Un Malawese che ho incontrato in Tanzania e che vive li da un certo tempo, dice che li c'è molta violenza, cosa che onestamente proprio non direi.
Un amico Inglese che sta viaggiando anche lui in Malawi mi ha messo in guardia sull'epidemia di Colera che ci sarebbe qui a Karonga, ma chiedendo ai resort dicono che c'era almeno un mese fa e che ora è stato debellato..
Opinioni, idee, giudizi, preferenze, precauzioni esagerate..cosa diavolo è che si intromette tra noi e la percezione della realtà e che ci previene dal vedere le cose per quelle che realmente sono, senza cucirci sopra una storia? Viaggiare con questo sistema sempre attivo è un mancato incontro, è come essere ciechi e doversi basare sull'intepretazione degli altri per vedere il mondo.
Poi ancora, gente in Tanzania che si stupiva e inorridiva per il fatto che fossi passato in bici attraverso il parco nazionale Mikumi per il pericolo degli animali. Come se gli animali non avessero altro da fare che osservare la statale dove, tra l'altro, passano continuamente giganteschi tir, sperando di incontrare il primo sprovveduto da usare come spuntino. Ci vuole buon senso in tutto ciò che si fa, ma anche coraggio di vivere fuori dai pregiudizi, dalle paure e saperli affrontare e mettere in discussione, se questi arrivano a limitare la nostra libertà. Se avessi aderito a quelle paure, avrei dovuto trovare una strada alternativa al parco, cosa e difficile e forse impraticabile, visto che è la statale principale che connette la regione di Morogoro a quella di Iringa.

UNA SECONDA POSSIBILITA'

È in virtù del vedere la realtà per quello che è senza raccontarsi e raccontare storie che sono felice e fiero di aver vissuto le due esperienze di furto e sequestro l'anno scorso, perchè se ora dico la mia su questo paese non è l'opinione di un fortunello immacolato che parla di pace e amore, no, è l'opinione di uno che le mani nel fango ce le ha messe e che ha vissuto la realtà e non solo una favola incantata.
La Tanzania è un paese meraviglioso, fatto di persone pacifiche e ospitali, che il più delle volte si toglierebbero il pane dalla bocca per darlo all'ospite. Ma ma come dappertutto nel mondo, in certe condizioni, certe persone scendono a compromessi fino a mettere in discussione il rispetto per se stessi e per gli altri, il che è il terreno fertile sul quale può nascere un atteggiamento ostile o un azione  criminale.
E' cercando protezione da questi scenari che l'ombra di stereotipi e pregiudizi è sempre pronta ad allungarsi su di noi, ma allo stesso tempo dipende da quanto il nostro sole interiore perde di forza e ci lascia cadere nelle tenebre. Il tramondo del nostro sole è la vittoria delle ombre che si estendono su tutto il nostro mondo.
Pianificando il viaggio non ho mai avuto neppure un istante di incertezza al pensiero di tornare a Bagamoyo, dove ero stato derubato la prima volta l'anno scorso, evento questo che aveva causato la fine del mio viaggio in bici.
Volevo saper dare una seconda possibilità, così come si dovrebbe saper fare con le persone. Il giudizio lapidario, non dando speranza, non fa altro che spingere quelle persone a ripetere lo stesso atteggiamento, sapendo tanto che il giudizio è già stato emesso e non è sindacabile. Ma la vita è molto più complessa e imprevedibile. Bianco e nero non esistono in natura, ma solo infinite sfumature di questi.
Ecco dunque che tornando a Bagamoyo ho potuto sovrascrivere quelle emozioni, quei momenti e opinioni che mi ero creato su quella cittadina e forse, generalizzando, pure suli abitanti della Tanzania continentale.

UNA NUOVA CASA..

E' passato più di un mese dalla partenza del viaggio in bici da Bagamoyo. Innumerevoli facce, amici e luoghi in cui mi sono sentito a casa, seppur per poche ore, si avvicendano nella mia mente se ripenso a questo periodo volato così rapidamente. Volato si, ma anche sofferto, vissuto e sentito nelle viscere e nel corpo prima bruciato dal caldo e dal sole della regione costiera, poi messo a dura prova sulle infinite salite e discese in continua sequenza delle regioni interne.
Alternanza di forza e debolezza, altalena di alti e bassi emotivi. Da una parte la solitudine e il salto culturale, dall'altro l'entusiasmo che il corpo in movimento produce, la scintilla che scoccava così faticosamente ma che quando arrivava generava la propulsione necessaria al movimento.

Tanzania hai avuto il difficile compito di svezzarmi, di farmi le spalle, prendendomi da sognatore con un progetto ambizioso ma coi piedi d'argilla, rendendomi ora un viaggiatore consumato, sporco e contaminato con la cultura locale. Non solo contaminato ma pure intrecciato con la vita di molte persone, come le mie quattro stupende famiglie che ho acquisito, o forse meglio, dalle quali sono stato adottato lungo il cammino.

La famiglia Maasai a Mlela, conosciuta tramite Ryan, un Maasai di origine Kenyota che ha una parte della famiglia in Tanzania dove vive in questo momento.
La famiglia di Ebiath a Nyororo, che ho frequentato per un paio di giorni e con la quale ci sono possibili progetti aperti.

La famiglia di zia Flora a Chimala, donna d'acciaio con una vita straordinaria alle spalle e che ospita vari orfani a casa sua come fossero figli suoi. E infine la famiglia del fratello di zia Flora a Mbeya, dove ho particolarmente legato con la figlia Attu.

Intrecciato pure per brevi attimi con perfetti sconosciuti o cosi presunti, quando spesso mi sono perso per alcuni infiniti istanti nello sguardo di un bambino, di una bambina o anche di un vecchio mentre pedalavo. Lo sguardo dei bambini e dei vecchi è molto simile..forse perchè le maschere che portano iniziano a cadere nel caso dei vecchi e non si sono ancora formate nel caso dei bambini. In quegli occhi ritrovo me stesso, ritrovo tutte le persone care che abbia mai conosciuto e per alcuni istanti, mi sento a casa.
Tanzania mi hai saputo stupire fino all'ultimo, con l'incontroa Tukuyu dell'anziano signor Mwaipopo, una delle persone più dolci e tenere che abbia mai incontrato e che in brevissimi istanti mi ha reso partecipe del suo mondo e della sua vita tanto quanto un parente stretto.

NUOVO SALTO, NUOVO INIZIO DALLE BASI..

Ma ora è il momento di salutarci e scoprire cosa mi aspetta nel resto del viaggio.
La Tanzania, che all'inizio veniva ancora un pò coperta da una certa malinconia di casa, è diventata lei ora quel sapore di casa che qui in queste prima ore sento restarmi in bocca, e che mi fa provare una certa malinconia.
So bene però che non è vera malinconia ma paura dello sconosciuto mascherata da malinconia. Entro in un nuovo paese Africano, che non ho mai visto prima e dei quali cittadini non ho esperienza diretta. Cosa mi riserverà questo attraversamento?
Come sarà la mia esperienza?
Saprò sentirmi a casa anche qui come in Tanzania?

Un altro paese, con altri costumi e lingue, un sapore che ancora non conosco e non so se mi piacerà.
Poi ripenso a cosa voglia dire "paese", "cultura", "costumi" e a come sotto sotto le basi siano le stesse. L'abitante del Malawi è si diverso da quello della Tanzania, ma è pur sempre Africano, e allargando la visuale è sempre umano. Ecco, qui in Malawi riparto da questo, dalle basi ancora una volta e da ciò che c'è in comune, non dalle differenze. Sarebbe come usare una pietanza per insaporire il sale e non viceversa. Le differenze appunto sono come il sale, ma è la sostanza ciò che conta.

Per la nostra mente tuttavia un nuovo paese è un luogo ignoto. La missione dunque è coltivare quell'ignoto, farci amicizia, fecondarlo, entrare in esso e lasciare che esso entri dentro di noi. Penetrare l'oscurità dove nascono mostri e illuminare quel buio con la luce della nostra coscienza vigile, attenta e curiosa..come un faro che illumina la notte e mostra il cammino dipanando le ombre.

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