giovedì 10 dicembre 2015

"Gita" fuori porta..

Musica reggae, ambiente super rilassato e bella gente. Sono nell'area comune di un ostello stupendo a Kilifi sulla costa del Kenya ad un ora da Mombasa. Sono venuto sparato da Kampala per godermi qualche giorno di mare e visitare la costa Kenyota prima del salto quantico che mi aspetta tornando a Treviso d'inverno. Come spesso negli ultimi quattro anni ho qualche problema a seguire le stagioni. Quest'estate l'ho passata al freddo della Norvegia, dove spesso c'erano anche solo 10 gradi, quando nello stesso istante a Treviso c'erano quaranta gradi. E ora quando nei miei luoghi è ormai inverno io son qui sulla costa che faccio vita da mare, il ritorno sarà uno shock!! Ma facciamo un passo indietro. Tutto è iniziato Domenica 6 Dicembre quando, mentre ero ospitato due ragazze Tedesche che ho conosciuto nel Safari, stavo prenotando il biglietto del bus diretto che va da Kampala a Mombasa. Prenoto, pago con carta e il sito conferma il ricevuto pagamento. Tuttavia non ricevo nessuna mail, nessun codice di transazione e nessun biglietto. Penso che mi spiegheranno l'indomani all'ufficio e così faccio. Il giorno dopo però all'ufficio non risulta nessun pagamento, ma nel mio conto online vedo l'operazione tra quelle ancora non contabilizzate ma di certo confermate. Nella stessa lista c'è il volo di ritorno con "Emirates" del quale ho già il biglietto confermato. A nulla serve mostrare il conto dal cellulare, c'è solo da aspettare che con i loro tempi africani facciano dei controlli. Passano due ore e arrivano le 10, e mi dicono di aspettare almeno fino alle 13. Sono spazientito, so di avere un lungo viaggio davanti a me e ho dormito poco, sono stanco e vorrei solo spegnere la testa, poggiarla contro il finestrino e addormentarmi cullato dal movimento della strada. Il sogno si infrange e capisco subito che questa storia è la classica candidata a durare almeno un paio di giorni. E allora mi torna fuori una gran voglia di libertà, di agire e decidere da me come va a finire. Ci penso poco e lo sento forte, decido di fare auto-stop! L'idea è fino a Mombasa, ma è una follia. A me però piacciono tanto queste follie e so che l'importante è partire, poi si vedrà. I sogni sono sempre delle piccole follie, perché sono azioni o desideri che nell'immaginario comune sono irraggiungibili, fuori dal buon senso comune. Tante cose tuttavia sfuggono ai sensi comuni, ma non per questo non significa che non esistano o non siano possibili. Sognare è come scolpire una figura nel marmo, seguendo un immagine mentale, una visione e portare, materializzare nel mondo fisico quella visione. Può essere un grande o un piccolo sogno, non importa, ciò che conta è cercare sempre quella dimensione nella quale le cose accadono, nella quale avviene la magia.
Parto allora deciso e prendo la strada che va verso Jinja, prima città nella direzione del confine con il Kenya a Busia. Inizio duro stavolta..troppe macchine che passano e nessuna si ferma. Stavolta poi devo stringere i tempi, se davvero voglio arrivare a Mombasa così. Sono circa 1100 km da dove sono ora, e non è uno scherzo in auto-stop. Il primo passaggio è un tipo che ha un agenzia turistica e mi avvicina alla mia meta di circa 40 km. Il secondo è un capitano dell'Esercito. Bella persona, gli racconto della mia vita precedente, quando 15 anni fa ero pure io un ufficiale dell'Esercito. Mi dice che il suo sogno è diventare un "consulente" cioè una persona fidata che parla con la gente e ne ascolta la vita, i problemi e tutto senza chiedere un soldo. Dice che qui la gente non si apre facilmente, ognuno si tiene i propri problemi per se. E' vero è una cosa che ho notato. Mi lascia anche lui dopo circa 40 km, ci scambiamo i contatti e ci salutiamo. Il terzo passaggio è un camion con a bordo tre uomini. Un giovane conducente, un signore anziano e un secondo giovane trasportato per andare all'ospedale di Jinja per un infezione. Il quarto ed ultimo passaggio è un commerciante, un ragazzo gentile e semplice che mosso da compassione perché aveva iniziato a piovere si ferma e mi da un passaggio fino quasi alla frontiera. Prima di fermarsi insiste per darmi dei soldi i quali cerco in tutti i modi di rifiutare ma che alla fine accetto. Ottomila scellini, circa 2 euro, ma più del doppio della cifra per gli ultimi 20 km fino al confine. Scendo saluto e per l'ultimo tratto prendo un matatu fino a Busia la cittadina di confine. Arrivo a Busia quasi alle 18, ed ero partito alle 10 da Kampala. Otto ore di auto-stop e sono solo a 200 km dalla partenza. Passo il confine, i controlli e le formalità e sono in Kenya! Dall'altra parte mi assalgono conducenti dei bus più disparati che vanno a Nairobi a Mombasa e qualche cittadina minore non lontana dal confine. Declino ogni offerta, devo capire cosa fare, come muovermi. Mi sono intestardito con l'auto-stop ma voglio prima vederci chiaro, e ora proprio chiaro non è perché è quasi notte. E' ovvio che se ne parlerebbe domani mattina presto, ma Mombasa e anche solo Nairobi è lontana. Decido alla fine di affidarmi al bus e andare diretto a Mombasa. Sono le 19 e il prossimo bus per Nairobi parte alle 22. I ragazzi della biglietteria del "Dreamline", questo il nome del mio bus, sono giovani e simpatici. Mi invitano ad entrare nel minuscolo ufficetto in attesa del bus e così da farci due chiacchiere. Come sempre non si capisce chi è responsabile e chi no. A occhio sono 4 o 5, ma all'inizio solo due di questi mi hanno seguito nell'acquisto. Ad ogni modo mi trovo con loro in questo ufficio e si parte a chiacchierare. Più che altro partono loro. Sono curiosi, sfrontati e tutti Musulmani. Una delle prime cose che mi chiedono è cosa ne penso degli Islamici. Dopo aver precisato la mia ignoranza sull'argomento, rilancio, chiedendo io cosa ne pensano loro di "uno a cui non piacciono le banane". O di uno che preferisce il golf al calcio. Lo chiedo per fargli capire che secondo me questi tipi di differenze costituiscono dei punti interessanti magari, ma mai determinanti e specialmente discriminanti. Solito discorso delle razze. Quante razze ci sono nel piante terra? Tante? State iniziando a contarle?? Errore! Ce n'è solo una!! La RAZZA UMANA!! Le differenze che vediamo tuttavia ci sono, ma sono come le differenze che ogni giorno vediamo quando uno ha il naso lungo, l'altro gli zigomi larghi, uno è simpatico l'altro riflessivo ecc. Differenze che rendono interessante il gioco, stimolante e sulle quali ci si può anche confrontare ma consci che che sono differenze superficiali, e che sotto la pelle,  magari diversa, abbiamo gli stessi organi, lo stesso cuore, che sia Musulmano, Cristiano o semplicemente U-mano. Restano stupiti da questi discorsi, e annuiscono condividendo. Capisco che la natura delle loro domande è anche la tensione causata da millenarie incomprensioni e separazioni, e sentire da parte mia, un bianco qualunque, apertura e curiosità fa sentire bene. Son felice per l'opportunità di dialogo e in questo bel mood tra discorsi seri e risate passano le ore. Sono le 22.30 e finalmente, in ritardo, arriva il bus e si parte. Passiamo la notte, dormo inaspettatamente bene e alle 7 circa arriviamo a Nairobi. Li si deve cambiare bus per Mombasa, e aspettiamo un ora e mezza per la coincidenza col prossimo. Nell'attesa giro un po per l'isolato, alla ricerca di qualcosa da mangiare. Mi sento davvero fuori luogo, mi manca un sacco l'Uganda e mi rendo conto di quanto quel paese mi è entrato in profondità facendomi sentire a casa un po ovunque. E' un nuovo salto fuori dalla zona di comfort, anche se stavolta accetto le resistenze perché a fine viaggio ho anche bisogno di lasciarmi un po andare e rilassarmi. Il tempo vola, arriva il bus e si parte e inizia l'ultima e più sofferta parte del viaggio. Mi era stato detto che si arrivava a Mombasa alle 14 circa. Bene alle 14 mancavano ancora cinque ore, si perché a Mombasa si siamo arrivati circa alle 19.30 dopo ben undici ore da Nairobi. Ma la mia meta reale è Kilifi, a circa quaranta chilometri da Mombasa. Prendo un matatu e in un'altra ora e mezza circa sono finalmente a Kilifi, dove con altri dieci minuti di boda boda arrivo all'ostello. Sospiro e penso che mo lo sono proprio conquistato questo posto. Mi ci son volute circa 27 ore di viaggio; di cui 8 ore in auto-stop, 7 e 11 ore in due diversi bus e un ultima ora e mezza in matatu. Tutto quasi non-stop.
Bene arrivo all'ostello e trovo il mio amico David che mi aspettava in compagnia di una Finlandese conosciuta qui all'ostello. Sono le 22 e mi sparo un hamburger vegetariano con patatine fritte e coca cola al seguito. L'ho fatta sporca, si lo ammetto! Si chiacchiera di gusto e poi prima di andare a letto David mi porta giù in spiaggia ad ammirare il magico fenomeno della bioluminescenza del quale parlerò meglio nel prossimo post. Passiamo oltre un ora a chiacchierare e nuotare e davvero non capisco dove trovo tutta quest'energia dopo 27 ore di viaggio. So però che si può essere anche stanchi dal non far nulla, e anche qui diamo per scontato il funzionamento della nostre mente e corpo, perdendo un sacco di opportunità.

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