sabato 5 dicembre 2015

In attesa del nuovo giorno, un portale si apre..

3.15 a.m. Kampala, dormitorio dell'ostello.

La testa frulla, e il sonno ha altro da fare. Ascolto musica, butto su Dave Matthews e una galassia esplode dentro me portandomi lontano.. Davvero lontano.
Norvegia: corro.. Parte un pezzo di Dave.. Fluido denso e flutti che si incontrano e scontrano. Si risveglia qualcosa, un magma intenso, bollente. Vedo milioni di Ale passati e presenti correre giù dalla montagna come un fiume, mi corrono incontro e mi travolgono come un branco impazzito. Emozioni che credevo lontane si riaffacciano, rificco il naso in potenti mondi interiori che chiedono di essere liberati e detonati. E' quel caos interiore, quella struggle, quella forza dirompente che c'è, è sempre lì, ma che da troppo non viene liberata nella sua potenza. Anacronistica e incongruente in questo istante, pare tutto fuori luogo.. ma è forse anche presagio di una tempesta che sta per arrivare. La canzone finisce, mi soffio il naso e ascolto il rumore della pioggia che rimbomba sul soffitto di lamiera. Sono di nuovo in Uganda, ad anni luce dalla Norvegia e dai milioni di Ale disseminati nel tempo; ma il tempo poi, non ha importanza, tutto è fuso, tutto è uno. Anche mente e cuore tornano uno, e con loro anche il sonno. Ritrovo la sintonia, chiudo gli occhi e scivolo nel benefico torpore, in trepidante attesa del nuovo giorno.

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